MILANO, LUISA E LO SFRATTO PER «MOROSITÀ INCOLPEVOLE»: «MIO MARITO HA PERSO IL LAVORO DOPO IL COVID, ORA NOI E I NOSTRI TRE FIGLI SIAMO SENZA CASA»

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    42

    Status
    Offline

    png



    Dal 15 dicembre Luisa, il marito Antonio e i loro tre figli di sette, undici e tredici anni hanno dovuto abbandonare la casa dove vivevano da anni in via Trivulzio, in zona Gambara. Con lo sfratto esecutivo hanno chiuso per sempre quella porta, in attesa di ricevere un Sat (Servizio abitativo transitorio) al quale hanno diritto per la morosità incolpevole certificata dal Comune, causata dal licenziamento del marito, che ha perso il suo lavoro a causa della pandemia. L'alloggio però, al momento, non c'è.

    «Non è l'unico caso, le persone in una situazione di emergenza possono aspettare anche più di sei mesi per ricevere l'appartamento – spiega l'operatrice del Sicet (Sindacato inquilini casa e territorio), Veronica Puja -. Io stessa seguo pratiche di persone che aspettano la casa da un anno e quando arriva, spesso è inadeguata. Ad esempio, una famiglia afghana di cinque persone ha ricevuto un Sat di 40 metri quadrati. Certo, meglio di stare in mezzo alla strada, ma questa è la situazione in città». Al momento, in attesa che la situazione si sblocchi, tutta la famiglia è stata sistemata in un albergo in zona Centrale per ovviare alla situazione di emergenza, ma solo per un periodo limitato.

    Luisa, quando avete iniziato ad avere problemi nel pagare l'affitto?
    «Viviamo a Milano da più di dieci anni e prima pagavamo l'affitto regolarmente, era una spesa che riuscivamo a sostenere. Con la pandemia mio marito ha perso il lavoro. All'inizio speravamo che il ristorante dove faceva il pizzaiolo riaprisse, invece nel 2021 è stato una delle tante attività che ha abbassato la saracinesca per sempre. Inizialmente mio marito aveva preso la cassa integrazione e poi la disoccupazione. Da lì non siamo più riusciti a pagare il canone al proprietario di casa. Fino a quel momento eravamo stati regolari nonostante le difficoltà, vivevamo solo con lo stipendio di mio marito e pagavamo 750 euro per un bilocale in zona Gambara, ma con 1.100 euro era impossibile vivere. Dovevamo scegliere: o dare da mangiare ai nostri figli o pagare l'affitto. Da lì l'accumulo degli arretrati e poi il foglio di sfratto».

    Poi cosa è successo?
    «Nella primavera 2023 siamo andati allo sportello del sindacato degli inquilini, abbiamo fatto domanda per il Sat e per la morosità incolpevole. Quest'ultima viene accolta perché il Comune riconosce che lo sfratto era stato determinato dal licenziamento. I fondi della morosità incolpevole possono essere usati in accordo con la proprietà per sanare il debito e sottoscrivere un nuovo contratto, oppure per posticipare lo sfratto. Da qui ci sono stati concessi dei mesi, bloccando momentaneamente lo sfratto. Dopo più di otto mesi, la domanda Sat è stata accettata e il 5 dicembre abbiamo firmato il Patto di servizio per l'assegnazione di un alloggio, ma al momento non c'è una casa disponibile. Siamo in attesa in albergo per i prossimi 20 giorni ma dopo chissà...».

    Avevate provato a parlare con la proprietà?
    «Più volte, ma è stato tutto inutile. Noi provavamo a dare qualcosa ogni mese, quello che potevamo, quando mio marito ha trovato di nuovo lavoro. Ha però dovuto accettare quello che arrivava, soprattutto perché ha trovato un contratto a tempo indeterminato, ormai una rarità. Provavamo a far capire che la nostra buona volontà c'era, ma non potevamo estinguere un debito di due anni in uno. Inoltre mio marito guadagna 1.300 euro al mese e noi siamo in cinque: il carrello che prima riuscivamo a riempire in questi ultimi mesi è diventato sempre più caro».

    I vostri figli vanno tutti a scuola?
    «Sì, due alle medie e l'ultimo alle elementari. Ora dovremo attraversare la città la mattina molto presto per arrivare in tempo a scuola. Il maggiore, all'età di sei anni, ha subito un reimpianto ureterale bilaterale, per il quale è sempre sotto controllo e quando annualmente fa le terapie deve stare a letto chiuso in camera: quando dovrà rifarle dove lo metterò? Questo pensiero mi tormenta. Speriamo di riuscire a rialzarci da questa situazione difficile in tempo: ho trovato da un mese un lavoro part time come badante, anche se sono circa 500 euro al mese. Di più non posso fare perché devo andare a prendere i bambini al pomeriggio a scuola, non ho qualcuno a cui lasciarli per poter lavorare a tempo pieno».

    Il covid ha causato molti problemi economici, moltissime famiglie hanno perso il lavoro e oggi affrontano severe condizioni finanziarie. Gli alloggi popolari sono un miraggio e il rischio di finire in strada è concreto. La politica necessita di intervenire ora.
    Voi cosa ne pensate?
     
    .
0 replies since 24/4/2024, 07:46   5 views
  Share  
.