TETRAPLEGICO SFRATTATO DA CASA: "NESSUN RINVIO DAL TRIBUNALE, PER UN PO’ STARÒ IN ALBERGO. LO STATO SE NE LAVA LE MANI"

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    Fonte "IL RESTO DEL CARLINO"
    Nessun rinvio per Michele Cesari. Il disabile matelicese, tetraplegico a causa di un vaccino ricevuto a 4 anni, ieri mattina è stato sfrattato dalla casa che suo padre aveva costruito e adattato per lui e le sue necessità. "Un gesto di inciviltà assoluto" commenta lui, molto amareggiato da una vicenda che poteva avere un esito ben diverso. Cesari è un personaggio noto. In seguito all’antipolio ricevuta nel 1976, è costretto a vivere su una sedia a rotelle. Negli anni, si è sempre impegnato per far riconoscere un risarcimento ai danneggiati dai vaccini, riuscendo a far approvare due leggi. Inoltre ha lavorato come imprenditore, ha diretto un giornale locale, è stato impegnato in politica e oggi lavora come video maker.

    Da sempre, con la famiglia ha vissuto nella casa di via Roma, che il padre Giovanni aveva costruito nel 1970 e poi adattato per venire incontro a tutte le difficoltà del figlio. Nel 2015 l’azienda di famiglia, che produceva impianti per l’idroelettrico, è fallita e così le proprietà sono andate all’asta. Tra queste, anche la casa di via Roma dove abitavano Michele Cesari con il fratello, che si occupa di lui, e la madre ultraottantenne. La procedura è andata avanti, e alla fine ai tre è stato chiesto di lasciare la casa, acquistata da due romani. Un immobile valutato 900mila euro è stato venduto a 140mila. Con l’avvocato Riccardo Antonelli, il matelicese ha avviato una causa per far valere l’usucapione del diritto di abitazione, ha tentato di far valere la svendita fatta dell’immobile e infine con una istanza urgente ha chiesto la sospensiva della procedura di sfratto. Per quest’ultima, l’udienza si è tenuta ieri mattina in tribunale a Macerata, ma il giudice Barbara Silenzi, senza la prova che la controparte avesse avuto la notifica dell’udienza da parte di Cesari, senza dare alcuna proroga al matelicese ha rinviato tutto all’11 dicembre. Troppo tardi comunque per lui. Ieri mattina infatti lo sfratto è stato eseguito, sono state cambiate le serrature, e a Cesari è stato concesso giusto un mese per portare via i mobili e gli effetti personali.

    "Mi ritrovo cornuto e mazziato – commenta Cesari –. Per qualche giorno staremo in albergo, una soluzione che però non va bene sia perché economicamente insostenibile, sia perché è una condizione di grosso disagio. Da matelicese storico, ho chiesto aiuto al Comune, ma mi hanno detto che non possono fare nulla, che non possono dare soldi ai privati e case libere non ce ne sono. Per questo ora cerco casa fuori da Matelica. In tribunale, a un’istanza urgente hanno risposto rinviando a quando sarò già fuori casa. Mi hanno suggerito di mettermi d’accordo con i nuovi proprietari, che ho già incontrato: ma non vogliono lasciarmi casa neanche in affitto, hanno altri progetti. Io sono in albergo da domenica, perché temevo finisse così, ma avevo lasciato il cane a casa, con acqua e cibo; ieri mi hanno detto che se non lo prendo mi denunciano per abbandono di animale. Sono in carrozzina, immobile, per lo Stato ma lo Stato si accanisce ancora contro di me, il giudice che emette sentenze per lo Stato non ha il coraggio di sospendere una procedura, e il sindaco che rappresenta lo Stato se ne lava le mani. Assoluta indifferenza da parte di tutti". Cesari aveva denunciato quanto stava accadendo, segnalando quanto sarebbe stato difficile per lui trovare una casa adatta considerate le sue difficoltà. Tuttavia, nessun appello ha avuto risultati concreti.

    Io trovo che tutto ciò sia una vergogna, ci dovrebbe essere una tutela maggiore per anziani e malati. Queste persone sono soggetti a rischio e non si può semplicemente sbatterli per starda.
    Voi cosa ne pensate?
     
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